sabato 7 febbraio 2015

Ivan lo Stupido intervista Samuel J. Jordan

Le interviste surreali
di Ivan lo Stupido
Buongiorno Samuel,
il tuo libro “Solstizio d'inferno” è disponibile come e-book da un paio di mesi e in versione cartacea da tre settimane. Da uno a dieci, quanto sei pentito di esserti fatto convincere alla pubblicazione?

Samuel: Zero.

Ivan: Pertanto, posso pensare che presto concederai un altro rimanzo alla G&V per la stampa?

Samuel: Non vedo la conseguenza logica.

Ivan: Mi spiego meglio: se pubblicare un libro ti è piaciuto, perché non ripetere l'esperienza?

Samuel: Perché la prima è stata tanto coinvolgente da non volerla infangare con la seconda... E poi, per il momento mi voglio godere questa.

Ivan: Qualche giorno fa ti ho rigirato le lettere di apprezzamento spedite dai primi lettori. Per il futuro, hai intenzione di rispondere personalmente, o dovrò continuare a farlo io?

Samuel: La seconda che hai detto.

Ivan: E se, camminando solo e triste lungo una spiaggia martoriata dal mare in tempesta (l'immagine da “primo romanticismo” è così struggente!), vedessi su una panchina un gruppo di ragazzi che leggono il tuo libro, cosa ti verrebbe in mente di fare?

Samuel: Chiamarti.

Ivan: Sai che le regole del commercio prevederebbero di fermarti alle loro spalle, estrarre il cellulare, comporre il mio numero e proferire con voce alta e roboante, come se fossi su un treno in galleria, “pronto? Sono Samuel Jordan!”?

Samuel: Sì, lo so. Mi è capitato di assistere a una scena del genere.

Ivan: Allora remi contro coscientemente! Con tuttoi quello che abbiamo fatto per rendere nota la tua opera, è possibile che tu non sia disposto a fare neppure un piccolo sacrificio?

Samuel: Quello di rendermi ridicolo? No Grazie.

Ivan: Non posso fare altro che complimentarmi per la tua capacità di sintesi e darti appuntamento alla prossima occasione.

Samuel: Prego!